Come da tradizione – o è meglio dire, “come da copione”?) dopo le proteste restano sul campo le polemiche: è quanto accade a conclusione della manifestazione “No MUOS” a Niscemi, nel giorno dell’anniversario (il sessantottesimo) del lancio della bomba atomica che distrusse Nagasaki uccidendo oltre settantamila abitanti della città giapponese.
Non siamo nel 1945, al termine di una guerra mondiale che provocò milioni di vittime, siamo nel 2013 in Sicilia, e lo spettro di altri conflitti ancora più terribili appare allorché si vedono incrementare strumenti bellici.
Siamo in Sicilia nel 2013, a Niscemi, trent’anni dopo le accese proteste per l’installazione dei 121 missili Cruise a Comiso. Le manifestazioni allora sortirono l’effetto sperato perché si parlava di armi con testate nucleare che andavano in giro, come se nulla fosse, per il territorio siciliano sui loro mezzi di trasporto, e al Governo nazionale c’era Bettino Craxi che mostrava equilibrio nelle questioni internazionali, e polso fermo nei rapporti con gli USA. E nel 1983 c’era il retaggio del famigerato Sessantotto, mentre oggi i Centri sociali poco hanno a che spartire con il cosiddetto cambiamento.
La manifestazione di Niscemi nel giorno dell’Atomica a Nagasaki ha avuto successo, secondo gli organizzatori, in quanto un centinaio di attivisti è riuscito a penetrare all’interno dell’installazione militare: una prova di forza, ma il risultato? Di sicuro l’attenzione sul problema. Ma né i manifestanti (e chi per loro), né i politici (e chi per loro) potranno togliere una sola “virgola” dai protocolli (leggasi Trattati) stipulati fra Stati Uniti e Italia che sanciscono tutte le norme per la realizzazione del MUOS.
In prima persona chi ci rimette è il presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, accusato di avere fatto dietro-front sulle sue stesse decisioni, con la revoca del provvedimento regionale sulle autorizzazioni concesse per il MUOS. Crocetta ci rimette in immagine (chiamato “traditore”), ma le responsabilità vanno indietro nel tempo, le “colpe” ricadono su tutti (tutti, escluso nessuno) i Governi della Regione a Statuto Autonomistico Speciale, Regione che si chiama “Sicilia”, Governi che hanno consentito la militarizzazione dell’Isola, senza mai profferire parola. Crocetta è l’ultimo della lunga serie di presidenti che hanno “tradito” la Sicilia. Oggi è troppo tardi per reagire, e le manifestazioni possono produrre solo velenose polemiche che non portano alcun beneficio.
Il Governo Letta? Con tutte le rogne che ha da affrontare, per il Governo nazionale non c’è spazio per mettere in esame la vicenda MUOS, la vicenda Sicilia.
A Catania c’è ora (ancora una volta, dai tempi della “primavera” etnea) sindaco Enzo Bianco, un ex ministro che ha mostrato di saper fare. Nel territorio di Catania ricade la temibile e temuta base militare USA di Sigonella, con dislocati i Global Hawks, i velivoli senza pilota che navigano nei nostri cieli rendendo difficile anche la navigazione degli aerei civili su Fontanarossa. Enzo Bianco si occuperà di ciò che accade a Sigonella, e dei pericoli che questa base comporta non solo per la pace nel mondo, ma per i rischi su Catania? Lo vedremo sui fatti, pensando anche ad un turismo che potrebbe essere definito “Turismo in zona di guerra”.
L’operato dei manifestanti del “No MUOS” rischia facili strumentalizzazioni: tutto ciò lascia profonde riflessioni sul “Che fare?”.
Salvo Barbagallo
Mario De Mauro, presidente del movimento Terra e LiberAzione, in merito a recenti dichiarazioni sulla questione MUOS, ha indirizzato una lettera al presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, che riportiamo per dovere di cronaca:
“Caro Crocetta La Qualunque, votato da un elettore su dieci nelle più taroccate elezioni della lunga Storia coloniale siciliana, si guardi allo specchio e rifletta seriamente sulla possibilità di dimettersi e magari tornare a seizampe dai suoi padroncini dei VelENI.
Una persona lucida non lo avrebbe neanche pensato che la Mafia sarebbe perfino dentro il Movimento NoMuos!.
La smetta, Crocetta La Qualunque, se ne è capace, di offendere l’Intelligenza dei Siciliani che R/esistono!.
Lei ha superato il limite del Rispetto, che è un concetto ontologicamente fondante della sofferta Identità del Popolo Siciliano.
Magari penserà che pure Io sono mafioso…In tal caso me lo dica apertamente, de visu. Ci regoleremo di conseguenza.
@Niscemi, 9 Agosto 2013.
Mario Di Mauro, Fondatore della Fratellanza “Terra e LiberAzione”